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I LUOGHI NELL'ITALIA  dove il Santo ha predicato
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I LUOGHI NELL'ITALIA  dove il Santo ha predicato

ITALIA


AMATRICE

In una delle sue prediche, mentre parlava del perdono contro la violenza, ricorda un suo passaggio nella città di Amatrice dove aveva conosciuto un uomo che aveva ammazzato 7 persone e se ne gloriava dicendo: “io l’uccisione di un uomo la reputo come l’uccisione di un cappone”.

 

L’AQUILA

San Giacomo si recò all’Aquila la prima volta per la morte di San Bernardino, nel 1444 e vi tenne un discorso indimenticabile. Vi ritornò qualche anno più tardi, nel 1454, quando venne a predicare e si diede da fare per la costruzione della Basilica dedicata a S. Bernardino.

Ritorna ancora una volta nel 1466 accolto da una folla entusiasta e vi fonda il monte di pietà di cui lui stesso scrisse gli statuti. In ultimo vi torna da Napoli per chiedere la grazia della guarigione a San Bernardino. Il santo marchigiano infatti era ammalato e venne in particolare per essere guarito dal tremolio che aveva alle mani e alle braccia e venne miracolato dal suo vecchio maestro e padre, santo come lui.

 

AQUILEIA

Il 28 maggio 1443 San Giacomo venne nominato insieme al beato Alberto da Sarteano Nunzio Apostolico e vennero indirizzati verso il Patriarcato di Aquileia per predicare a favore di una crociata di difesa contro i turchi che stavano avanzando in Europa. Il compito di questi predicatori era quello di raccogliere soldi e trovare volontari da arruolare.

 

ASSISI

San Giacomo nel 1416, dopo la sua crisi religiosa, venne nel convento di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola e chiese di farsi francescano. Ci dice Fra Venazio che fu vestito in coro, nella prima sedia a destra dove i frati dicono l’ufficio, dietro la cappella di S. Maria degli Angeli. Fece il noviziato all’eremo delle Carceri e la professione Solenne alla Porziuncola. Tanta era la stima della città per San Giacomo che fu stabilito che ogni volta che il Santo veniva in città, si sarebbe provveduto al vitto e alloggio a spese pubbliche. Il comune inoltre costruì due piccole “casucce” a S. Damiano e alle Carceri proprio per San Giacomo, perchè ogni volta che veniva potesse avere un luogo dove riposarsi. Molte volte infatti venne ad Assisi, nel 1426 vi incontrò San Bernardino da Siena e tenne un bellissimo discorso su S. Chiara. Tornò ancora nel 1467, 1468 3 1469. Nel 1472 mentre era a Fermo scrisse una tenerissima lettera agli assisiani scusandosi di non poter andare da loro per le molte infermità.

Molti anche i miracoli compiuti da San Giacomo nella terra di S. Francesco: a Santa Maria degli Angeli guarì un bambino di circa 8 o 9 anni sordo muto dalla nascita, all’eremo delle carceri guarì per messo del nome di Gesù Mariotta, una donna rattrappita da circa 30 anni; sempre nel convento delle Carceri nel 1464 venne sopra un asino Angelo, un quattordicenne che aveva un ginocchio gonfio come la sua testa e i due nervi tesi all’indietro e duri come il ferro tanto che il piede non poteva arrivare a terra per quasi mezzo palmo. Datogli il nome di Gesù e fatto risalire sull’asino, questo non voleva muoversi e anche se bastonato, girava su se stesso ma non si spostava. Allora un frate che non conosceva la malattia del ragazzo gli disse: “perchè non cammini per terra?”, il ragazzo scese e l’asino cominciò a correre e il ragazzo dietro di lui. Una bambina di 4 anni, Liberata, era a letto paralizzata e con molte piaghe sulle spalle, volle farsi portare sul Convento delle Carceri e disse a S. Giacomo che se fosse stata guarita avrebbe indossato l’abito del Terz’ordine. San Giacomo gli disse: “il Signore Gesù ti guarisca” e immediatamente fu guarita.

 

AVERSA

Probabilmente predicò la quaresima in questa città nel 1424, vi ritornò nel 1451 quando mentre predicava guarì un bambino sordo e muto. Per l’ultima volta tornò in questa città nel 1475.

 

BIBBIENA

Intorno agli anni 1413, 1414, San Giacomo appena conclusi gli studi di legge a Perugia, era rimasto legato ad un Signore a cui aveva fatto da precettore ai figli per pagarsi gli studi. Quando questo signore venne fatto Podestà di Firenze, si portò con lui San Giacomo e gli affidò il compito di Ufficiale dei “danni dati” a Bibbiena. In pratica era un ufficio pubblico per danni recati a terzi, presieduto da un legale. Non si sa per quanto tempo svolse questo incarico, alcuni dicono per alcuni mesi, altri per due anni. Fu in questa città che San Giacomo, (allora aveva ancora il nome di battesimo: Domenico), prese coscienza della propria vocazione. Il venerdì santo del 1416, nella chiesa del convento francescano di Bibbiena, pensando alla passione di Nostro Signore Gesù, decise infatti di abbandonare la carriera di magistrato per consacrarsi a Dio.

 

BOLOGNA

Partecipò in questa città al Capitolo Generale dei Frati Minori del 1433. Fu inviato personalmente dal Papa che lo nominò Predicatore ufficiale del Capitolo. E San Giacomo nell’omelia che tenne al funerale di San Bernardino da Siena, tra tanti ricordi dice anche: “...Ricordo quando nella processione del capitolo generale di Bologna mi volesti di fianco a te”.

Partecipò anche all’altro capitolo generale di Bologna nel 1455 e il Papa Niccolò V scrisse ai capitolari che lasciassero liberi alcuni frati perchè fossero a sua disposizione, tra questi c’era anche San Giacomo della Marca.

Un miracolo è ricordato dal Santo a  Bologna: uno studente francese, orinava spesso sangue, il padre che era molto ricco aveva speso molti soldi con i dottori sia a Bologna che in Francia, ma nessuno riusciva a guarirlo, venne per ottenere un breve del nome di Gesù e il figlio fu guarito.

 

BRESCIA

Chiamato nel 1462 dal Comune e dal clero, fu acclamato dal popolo. Durante la predicazione compì il miracolo più famoso: alla predica veniva sempre un bambino, Corrado, e San Giacomo gli aveva insegnato l’Ave Maria. A casa Corrado giocando con un altro bambino gli insegnò la preghiera. Il padre di quest’ultimo che non credeva in Cristo, sentendo suo figlio recitare l’Ave Maria, preso dal furore, in uno scatto d’ira uccise Corrado e per non venire scoperto nascose il corpo nel camino coprendolo di mattoni. Il padre di Corrado andò disperato da San Giacomo dicendogli che da tre giorni non trovava il figlio. Il giorno dopo il Santo nella predica chiese a quest’uomo se era disposto a perdonare qualsiasi cosa fosse successa. Il padre rispose di sì purché ritrovasse suo figlio. San Giacomo prese due frati, il padre del bambino e andarono a casa dell’assassino. Disse di buttare giù il muro indicando un  punto e mentre i frati buttavano giù il muro, si sentì una voce da dentro: “Piano che mi fate male!” e venne fuori Corrado che balzò sul collo di San Giacomo. L’assassino visto in silenzio il prodigio si convertì con tutta la sua famiglia. Altri miracoli compì in questa città: una indemoniata liberata, un bestemmiatore che anche in pericolo di morte chiedeva della sua amante, appena gli fu posto dal figlio il nome di Gesù addosso esclamò: “o Buon Gesù, abbi pietà di me” e confessatosi fu salvo. Anche uno studente moribondo per una puntura per la quale erano morte già molte persone, fu guarito col nome di Gesù.

In questa città, il giorno conclusivo della predicazione, cioè il giorno di Pasqua fece una predica nella quale toccò una questione teologica riguardante in sangue di Gesù. Gli avversari presero questo punto per accusare San Giacomo addirittura di essere eretico e dovette intervenire il Papa che non condannò ne assolse San Giacomo, ma costrinse l’accusatore a ritirare la denuncia.

 

CAPESTRANO

San Giacomo ricorda un miracolo accaduto in questo paese nell’ottobre del 1475 mentre era in viaggio da Napoli all’Aquila dove si recava per pregare sulla tomba di San Bernardino da Siena. Il Conte di Popoli era malato e i medici gli avevano pronosticato la morte. Mandò a chiedere a San Giacomo un nome di Gesù mentre il Santo si trovava nel convento di Capestrano e fu guarito.

 

CARINOLA

Presso questo luogo, in località Casanova c’era un convento di francescani dove risiedette San Giacomo e da cui andò al paese per assistere il Re Ferdinando I.

Il Re Ferdinando I si ammalò gravemente nel novembre del 1475 e si aspettava ormai la morte da un momento all’altro. Andarono a chiamare San Giacomo che contrariamente al parere dei medici disse che non sarebbe morto, qualche giorno dopo, ritornò presso il Re e lo assicurò della sua salute e lo invitò alla conversione. Poi se ne ritornò a Napoli e il 21 dicembre, vi ritornò anche il Re Ferdinando scampato dalla morte.

 

CASCIA

In questa città ci fu l’incontro inconsapevole di due grandi santi uniti dall’unico amore per Gesù Crocifisso: San Giacomo e Santa Rita. San Giacomo predicò a Cascia nel 1425 e fu proprio durante una sua appassionata predica sulla Passione di Gesù, che Santa Rita, che era in mezzo alla folla degli uditori, colpita nel suo cuore da quella parole desiderò ardentemente di partecipare allo stesso dolore di Gesù sulla croce o almeno di sentire il dolore provocato da una spina della corona posta sul suo capo. Difatti la Santa ricevette una spina sulla sua fronte che porterà per 15 anni.

Due i miracoli compiuti in questa città: un uomo, assalito dai briganti mentre di recava alla predica di San Giacomo, fu salvato miracolosamente invocando il nome di Gesù e  una donna indemoniata da 30 anni di San Marino di Cascia fu liberata.

 

CHIOGGIA

Nel 1466 predicò la quaresima e anche in questa città operò molti miracoli nel Nome di Gesù.

 

CIVITELLA

Nel 1472, mentre San Giacomo era a Monteprandone, fu chiamato a Civitella del Tronto dal Duca Alfonso di Calabria che era curioso di conoscere il Santo. Il Santo andò nel conventino dei frati e il Duca lo andò a visitare e fece portare anche una donna indemoniata che fu sanata. Il Duca rimase talmente colpito che scrisse subito al padre, il Re di Napoli e disse alla moglie che se non si fosse sposato, si sarebbe fatto frate Francescano per restare sempre con San Giacomo. Così anche il Conte Muro restò così colpito dal fatto che pentitosi della sua vita lasciò liberi alcuni uomini condannati a remare nelle sue galere.

 

FERRARA

Nel 1437 dall’Ungheria, tornò in Italia a Ferrara dove si stava svolgendo il Concilio. La tradizione dice che abbia lasciato al monastero delle clarisse una immagine della Madonna. San Giacomo fece anche un miracolo: una giovane aveva 9 piaghe e per il nome di Gesù furono guarite.

 

FIRENZE

San Giacomo andò a Firenze appena terminati gli studi a Perugia al seguito del Signore che lo aveva ospitato il quale poi lo nominò magistrato a Bibbiena.

Terminato il noviziato, nel 1417, venne inviato a compiere gli studi di teologia al convento di San Salvatore (oggi chiamato Monte alle croci) a Firenze. E il 13 giugno 1420 in questo convento celebrò la sua prima messa e proclamò il suo primo discorso in onore di S. Antonio di Padova.

Tornò in questa città nel 1435 per rendere conto al Papa, che in quegli anni risiedeva a Firenze, del suo operato in Bosnia, rimase per vari mesi e poi ripartì nel 1435 ancora per la Bosnia.

Vi ritornò nel 1449 e vi rimase alcuni giorni per partecipare al Capitolo Generale dei Frati Minori.

 

FOLIGNO

Nel 1445 predicò la quaresima a Foligno, anche qui si diede da fare per comporre i dissidi cittadini e per fare approvare alcune leggi cittadine: si vietavano sperperi in occasione di matrimoni e funerali, si imponeva l’osservanza delle feste, l’aiuto ai poveri ecc. Fondò una Confraternita chiamata Santissima Unione di cui scrisse gli statuti.

Nel 1463 nominato predicatore di Crociata tornò a Foligno dove predicò in Cattedrale e raccolse molte offerte e qualcuno che si arruolò.

Nel 1464 mentre era ancora in questa città si ammalò gravemente e fu curato al convento di San Bartolomeo dove si pensava che stava per morire.

Una seconda volta nel 1471 si ammalò e dovette sostare ancora una volta nel convento di San Bartolomeo. Molti i miracoli compiuti anche in questa città: due bambini guariti da epilessia, una donna indemoniata portata al convento legata mani e piedi. Infine una donna incinta che tratteneva da tre giorni in grembo una bambina morta e non riusciva a partorire col rischio che morisse anche lei. Postogli sopra il Nome di Gesù, partorì la bambina morta e lei fu salva.

 

GUBBIO

Venne di passaggio nel 1457 e alcuni della città lo pregarono con insistenza di fermarsi qualche giorno per riposare. Gli organizzarono poi una predicazione, in un piazzale, ma i religiosi, ostili al Santo, cominciarono a suonare le campane e non si sentiva niente. San Giacomo li avvisò di smettere ma essi risposero male e improvvisamente si ruppero tutte e quattro le campane. A questa predica assistette anche il Duca di Urbino e fu tanto indispettito da quei religiosi che ostacolarono il Santo che li cacciò dalla città. San Giacomo riporta anche un miracolo accaduto in questa città: un ragazzo sordo e muto dalla nascita, in località Oliveto fu sanato anche se, dice San Giacomo in seguito ritornò nuovamente muto.

 

MANTOVA

Par la prima volta San Giacomo venne nel 1459, quando dopo essere stato nominato predicatore per la crociata dal Papa Pio II, e aver raccolto trecento volontari in circa due mesi di predicazione in varie località, li accompagnò a Mantova dove si trovava il Papa.

Tornò in città nel 1461 quando dopo aver predicato a Milano, fuggì via perchè il popolo lo voleva fare Vescovo e si rifugiò a Mantova nel convento di S. Francesco.

Qui fece da mediatore per un episodio che creò tensione tra i frati e Ludovico Sforza di Milano. Infatti un assassino si era rifugiato in chiesa e le guardie entrarono a forza e lo portarono in prigione. I frati protestarono perchè si era violato il diritto d’asilo e profanato il luogo sacro e c’era la pena della scomunica. La Marchesa per paura fece riportare l’assassino in chiesa e il marchese, scocciato, fece murare la porta che dalla chiesa andava all’orto e sospese ogni relazione e offerta per i frati. San Giacomo che alloggiava in convento, la mattina dopo alla predica chiarì che i frati non volevano proteggere un malfattore ma dovevano far rispettare norme sulle quali solo il Papa poteva decidere. Suggerì allora di chiedere un permesso al Papa perchè si potesse mettere in prigione l’assassino senza infrangere la legge. La marchesa seguì il suggerimento di San Giacomo e ritornò la quiete anche con i frati. Numerosi i miracoli compiuti a Mantova e nei dintorni nel nome di Gesù: una donna del paese di Castiglia, fu guarita da un tumore alle mammelle, guarì una indemoniata, un uomo morso da serpente, due donne che non riuscivano a partorire. Il più famoso fu però quello compiuto in località Revere. Mentre il santo predicava in questo luogo, poca gente veniva perchè erano preoccupati a rafforzare gli argini del fiume Po in piena. Il santo fece inginocchiare tutti e li invitò a recitare davanti al suo crocifisso cinque Pater Ave Gloria In poco tempo le acque defluirono e tornarono ad un livello sicuro.

 

MILANO

Vi predicò nel 1460 e fu una delle sue predicazioni rimaste alla storia per un fatto singolare: il 22 luglio, festa di S. Maria Maddalena, mentre predicava a Milano, fece fare un bando che tutte le prostitute di Milano dovessero venire alla predica. Parlò loro della Maddalena con tanto fervore che 36 di queste prostitute si convertirono e San Giacomo, prima di scendere dal pulpito raccolse per loro una colletta di 3.000 ducati da dare loro come dote perchè potessero sposarsi e le tolse da quella condizione.

Questo episodio colpì tanto la popolazione Milanese che lo richiamarono per predicare la Quaresima l’anno dopo, il 1461. Tutta la gente lo acclamava, lo stesso Principe Francesco Sforza veniva alle prediche e divenne suo amico.

In questo periodo la sede vescovile di Milano era vacante, e dopo l’opera che San Giacomo aveva svolto in città, il popolo e tutto il clero cominciarono ad acclamare il Santo come Vescovo di Milano. Ma ci dice fra Venanzio, che San Giacomo fuggì via di notte, in segreto, per non essere vescovo e per continuare a predicare in tutta Italia a onore di Dio e per la salvezza delle anime.

 

MONTEROTONDO

Nel 1468, mentre San Giacomo era in viaggio verso Roma, durante la traversata del Tevere il suo cavallo si sferrò sulla zattera. Si diressero allora al primo paese che videro, cioè Monterotondo. Un anziano signore ospitò i frati nella sua casa mentre il maniscalco aggiustava il cavallo. La gente appena seppe della visita del Santo si accalcò in questa casa portando tanti malati. Un ragazzo di 18 anni, sordomuto dalla nascita venne presentato a San Giacomo. Il Santo gli chiese cosa avesse ma il ragazzo non udì e non parlò. Allora fece cenno di fargli vedere la lingua, la toccò col monogramma del Nome di Gesù e poi gli toccò gli orecchi e gli disse: “Dì Gesù!” Subito il ragazzo esclamò: “Gesù, Maria, Maria!” allora San Giacomo si voltò verso fra Venanzio e gli disse simpaticamente: “Che dici tu? Questo parla meglio di me!”

 

NAPOLI

San Giacomo giunse a Napoli nel 1473, ormai anziano e malato, per obbedienza del Papa e i principi di Napoli fecero pressioni perchè il Santo continuasse a rimanere nella zona fino a che il Re lo desiderasse. Dimorava nel convento di Santa Croce e ogni domenica predicava nel convento di Santa Maria La Nova. Nel convento di santa Croce liberò alcune donne indemoniate. Un giovane che aveva deciso di uccidere lo zio entrò un giorno nella Chiesa di S. Maria La Nova dove predicava San Giacomo, il quale improvvisamente rivolto verso il giovane gli disse: “guarda figlio di non fare quello che hai in mente perchè Dio non ti abbandonerà” e il giovane capito che parlava a lui non fece quel delitto. A volte il santo soggiornava anche nell’altro convento della Santissima Trinità. Qui una signora della corte della Duchessa di Calabria aveva delle visioni di S. Giovanni Battista e tutta la famiglia era molto felice di questo ma quando lo dissero a San Giacomo lui smascherò le false visioni dicendo che era il diavolo che appariva in quelle sembianze come poco dopo si avverò. San Giacomo si adoperò anche per riorganizzare la Confraternita dei Bianchi, decine di miracoli furono compiuti dal Santo in questo convento.

 

NARNI

Mentre erano diretti verso Narni nel 1468, fra Venanzio, fra Francesco e fra Antonio si fermarono sulla strada a fare colazione mentre San Giacomo non la fece e continuò ad andare avanti. Ad un certo punto si imbatté in quattro uomini e quali non conoscendolo gli chiesero se avesse visto fra Giacomo perchè avevano una ragazza di 16 anni malata. San Giacomo rispose: “Sì, è stato a Spoleto” e accostandosi alla ragazza le fece un segno di croce in fronte dicendo: “ora non è più ammalata”. Quando poco dopo incontrarono gli altri 3 frati, vennero a sapere che quello che era passato era San Giacomo e poco dopo tempo la fanciulla guarì.

 

NOLA

San Giacomo vi dimorò circa un mese nel 1475 presso il Convento di S. Angelo in Palco dove operò numerosi miracoli: una bambina storpia, e due uomini ugualmente storpi; in oltre il miracolo di una specie di “manna” nel bosco del convento che Fra Venanzio fece osservare anche ai medici inviati dal Re per curare San Giacomo malato.

 

NORCIA

Predicò in questa città nel 1425 e riportò la pace in alcune famiglie colpite dal dolore e dall’odio. Due genitori a cui il figlio era stato fatto a pezzi furono aiutati a perdonare l’assassino per amore di Gesù e San Giacomo gli disse loro di considerare lui come loro figlio. I genitori lo abbracciarono e in mezzo a una folla di persone che piangevano commosse, perdonarono l’assassino del loro figlio.

Dice di aver incontrato in questa zona molta superstizione e la gente ricorreva spesso a maghi e fattucchiere e dovette combattere molto per allontanare la gente da questi personaggi.

 

PADOVA

Predicò la quaresima nel 1440

Vi ritornò nel 1443 per il Capitolo Generale dei Frati Minori. San Giacomo se ne andò molto deluso perchè tutte le sue proposte furono respinte dicendo che non volendosi adattare alle pressioni che gli facevano dalle due parti contrastanti, tutte e due le correnti lo misero da parte.

Per la seconda volta predicò la quaresima nel 1456 e in questa occasione ricevette nell’Ordine dei Frati Minori un giovane, Martino, che diventerà in seguito un grande predicatore come San Giacomo e suo imitatore nella santità: il Beato Bernardino da Feltre. Fu lui stesso a cambiargli il nome in Bernardino e a mettergli l’abito il 14 maggio.

Diversi miracoli compì il Santo in questa città: una donna in fin di vita per le doglie del parto non riusciva a partorire il bambino che gli era morto dentro ormai da tre giorni. Posto il nome di Gesù sopra di lei, riuscì a partorire il bambino, uno studente era stato punto da una puntura per la quale erano già morte molte persone, e in fin di vita, fu guarito per il nome di Gesù. Un bambino di Piove di Sacco, che aveva una fistola insanabile fu guarito a Padova per il nome di Gesù.

 

PARMA

Predicò in questa città nel 1443, lo dice lui stesso ricordando un fatto curioso che gli capitò: “Mentre il 20 agosto 1443 predicavo in Parma, vidi nella piazza un maiale che mordeva lo strascico di una signora agitando la testa qua e là e le dame di compagnia non riuscivano a scacciarlo ed io ci risi su gustosamente”.

 

PERUGIA

In questa città fece i suoi studi di legge, e per mantenersi gli studi era ospite di un gentiluomo che in cambio gli chiedeva di istruire i suoi figli. Rimase in quella città per 4-5 anni, fino a che non raggiunse la laurea.

Vi ritornò nel 1445 per predicare e in qualità di inquisitore contro la setta dei Fraticelli. Qui fondò anche la Confraternita dei santi Girolamo e Francesco di cui scrisse lui stesso gli statuti e durante la sua predicazione toccò nel cuore uno studente che chiese di entrare tra i frati, ed era il beato Bernardino da Fossa.

Nel 1463 il Papa aveva deciso di organizzare una crociata contro i turchi che stavano invadendo l’Europa e nominò San Giacomo Commissario Apostolico e predicatore della crociata per l’Umbria. Tra le altre città venne anche a Perugia nel convento di Monteripido dove ci fu episodio di profezia. In quei giorni nel convento di San Francesco di Perugia c’era il Capitolo Generale dei frati e gli chiesero chi secondo lui poteva essere eletto. San Giacomo profetizzò: “c’è un frate che lo vedremo tra poco Generale, Cardinale e Papa”. Difatti venne eletto Francesco da Savona che sarà poi Cardinale e Papa.

Molti furono i miracoli compiuti in questa città: un nobile della Parrocchia di S. Stefano, era a letto pieno di piaghe e i medici gli avevano predetto la morte, posto il nome di Gesù sopra di lui, dopo otto giorni si alzò dal letto senza più una piaga. Anche una donna, mamma di un frate, aveva un tumore alla mammella e fu guarita col nome di Gesù lo stesso per un’altra donna pure con un tumore al petto. Una donna sterile, dopo essersi confessata e comunicata e messosi sopra il breve del nome di Gesù rimase incinta e partorì.

 

PORTICI

La presenza di San Giacomo nel Convento di S. Francesco è attestata dalla miracolosa restituzione dell’acqua al pozzo essiccato da cui bevvero lo stesso San Giacomo, Fra Venanzio, Fra Antonio della Marca e Fra Giuliano, Guardiano del convento.

 

PRATO

Durante il discorso che San Giacomo fece per il funerale di S. Bernardino a L’Aquila, nel 1444, lo stesso santo ci dice che venne in questa città per ascoltare la predica di quello che fu il suo maestro e modello di predicazione e aggiunge anche un bel ricordo di affetto e di amicizia tra i due santi: “Ricordo quando dalle Marche venni a Prato a sentire la tua predicazione e volevi che io facessi sempre colazione con te”.

 

RIMINI

Due episodi sono legati a questa città. Il primo nel 1431 quando San Giacomo venne per predicare.

Ricorda che alcune nobili famiglie che trascorrevano il tempo in balli e divertimenti peccaminosi lo venivano deridendo. Egli disse loro solamente: “State attenti!” Dopo un mese racconta il Santo venne la desolazione e non si udivano che urla e stridori. Il secondo episodio è un miracolo a cui ha partecipato anche San Giacomo. Attraversando il mare da Segna, in Dalmazia, a Rimini verso le otto di sera si scatenò una tempesta di vento e pioggia in mezzo al mare con tenebre tali che non ci si vedeva l’un con l’altro. Eravamo 26 persone, dice San Giacomo, e non avevamo nessuna via di scampo se non ricorrere a Gesù e alla Vergine Maria che cominciammo a invocare. Allora apparvero nella nave quattro luci, una sulla cima dell’albero, un’altra sulla cuspide dell’antenna, la terza sopra la bandiera, la quarta vicino a me (San Giacomo) e a un frate Agostiniano. E da quel momento ci fu grande bonaccia.

 

RIETI

Nell’ottobre del 1444, San Giacomo predicò a Rieti dove come sempre faceva, alla predicazione religiosa aggiungeva un’attenzione ai bisogni sociali della città. Il 4 ottobre San Giacomo presiedette nel palazzo dell’Episcopio una riunione dei priori, col Podestà e alcuni cittadini scelti dal popolo come pacieri. Tutti giurarono sopra un messale aperto nelle mani di San Giacomo di garantire la pace e la concordia e di riunirsi due volte all’anno per l’esame della situazione cittadina. L’approvazione fu quasi unanime, ci furono solo pochi voti contrari. Probabilmente uno di questi contrari fu il mandante di un attentato verso San Giacomo. Un uomo di Esanatoglia che si trovava di passaggio venne pagato 150 monete d’oro per uccidere il Santo. Il criminale tentò l’agguato, ma non riuscendoci fuggì lontano mentre la città si fece vicino a San Giacomo addolorata di quell’episodio. Qualche anno più tardi l’assassino rincontrò San Giacomo a Fabriano e colto dal rimorso gli chiese perdono e fu abbracciato e benedetto dal Santo che lo perdonò di cuore.

Anche in questa città il Santo operò miracoli per il nome di Gesù: una donna con forti febbri da quindici giorni, aveva perso la parola e non riusciva neanche a bere, dopo tre giorni che gli fu messo sopra il nome di Gesù, venne alla predica completamente guarita e un bambino di dodici anni sordo muto fu guarito nella stanza del convento di Rieti dove alloggiava San Giacomo.

 

ROMA

La prima volta che il Santo si recò a Roma fu nel 1427 dove si trovava San Bernardino da Siena accusato di eresia perchè diffondeva il culto al Nome di Gesù, lo stesso Bernardino aveva invitato San Giacomo perchè lo difendesse presso il Papa e i cardinali. La questione si risolse a favore di San Bernardino e fu fatta una grande processione in onore al Nome di Gesù alla quale partecipò il Papa e tutta la curia. San Giacomo diffondeva questa devozione soprattutto con il “breve” cioè un foglio di carta col monogramma IHS con cui ha compiuto tutti i miracoli a lui attribuiti.

Ritornò a Roma nel 1450, durante il Giubileo, per la canonizzazione di San Bernardino da Siena. Fu qualcosa di grandioso, ci furono circa 3.800 frati di tutta Europa, dal Campidoglio si fece una processione fino a San Pietro, e c’era talmente tanta folla che quando i primi arrivarono a S. Pietro, ancora gli ultimi non erano partiti dall’Ara Coeli. Il Papa era attorniato da 19 cardinali e 24 vescovi.

Nel luglio del 1453 San Giacomo è ancora a Roma per alcune tensioni che si erano create all’interno dell’Ordine Francescano e San Giacomo, che era stimato da tutti, fu chiamato dal generale dell’Osservanza perchè andasse a parlare col Papa e con la curia di questi problemi.

Sempre per le stesse questioni, fu il Papa stesso a chiamare San Giacomo nel 1455 e gli affidò il compito di mediare tra le due correnti che nell’Ordine francescano andavano verso una scissione. Il Santo aveva preparato un compromesso in 12 articoli, provando a creare un accordo tra le due parti, ma la sua proposta non venne accettata e molta fu la sua amarezza.

Ancora una volta si porta a Roma nel 1457 per riferire al Papa sulla situazione in Ungheria dopo aver svolto là una delle sue missioni. Nel 1467 mentre si trovava a Roma nel palazzo del Cardinal Piccolomini avvenne un caso di telepatia: c’era in quella stanza anche un canonico di Ascoli Piceno, Tommaso Guiderocchi, e allora il Santo gli chiese: “come sta quella città di Ascoli?” il canonico rispose che stava bene e in pace. Ma San Giacomo voltò il capo dall’altra parte, si commosse e disse: “Povera città che ora è in guerra!” infatti il 3 settembre i ghibellini tentarono di entrare in città, ma scoperti dai guelfi ne furono uccisi molti e gli altri prigionieri vennero giustiziati dal boia.

Ancora nel 1468 San Giacomo andò a Roma a riverire il suo amico fra Francesco da Savona appena eletto Cardinale. San Giacomo gli aveva profetizzato il Generalato, il Cardinalato e il Papato e tutti si avverarono. San Giacomo aveva composto un libro sul concepimento di Cristo e ne stava parlano col Cardinale, in quel momento dice Fra Venanzio un’immagine della Madonna che era in quella stanza davanti gli occhi del Cardinale si inchinò a confermare l’opinione di San Giacomo. Il Cardinale donò quell’immagine a San Giacomo che poi la lasciò nel convento di Monteprandone da lui costruito e dedicato proprio alla Madonna delle Grazie, dove è ancora venerata.

Alcuni miracoli sono segnalati nel 1470 quando al convento dell’Ara Coeli gli furono portati 6 uomini slavi affetti da epilessia, posto il nome di Gesù sopra di loro, ne furono guariti quattro.

 

ROVIGO

San Giacomo riporta un miracolo successo in questa città segno di una sua predicazione o perlomeno di un suo passaggio: un uomo di nome Daniele, aveva una malattia incurabile, si erano formate due piaghe sul fianco e sul petto nelle quali erano due canule d’argento da dove usciva  pus in continuazione. Per il Nome di Gesù,le dette canule gli caddero dal fianco e le piaghe furono sanate.

 

SARDEGNA

 

SESSA AURUNCA

Mentre predicava, lo visitò la principessa Eleonora d’Aragona alla quale profetizzò che avrebbe avuto un figlio ma sarebbe vissuto solo due anni e così avvenne. Gli fu portato anche un bambino di due mesi che stava per morire, San Giacomo lo benedì e disse alla famiglia di portarlo a casa perchè sarebbe guarito e si sarebbe fatto frate. Difatti il bambino guarì e fu guardiano a Napoli col nome di Bernardino da Sessa.

 

SIENA

Nel discorso che San Giacomo fece al funerale di San Bernardino ricorda molti momenti di intimità vissuti insieme, tra cui alcuni avvenuti proprio a Siena: “Ricordo quando tu predicavi a Massa (Massa Marittima, nel 1444) e io a Siena, mi hai inviato alcuni doni ed io incaricai i tuoi colleghi di portarti delle tinche del lago di Perugia; ugualmente ricordo quando nel conventino della Capriola (periferia di Siena) volevi che io mangiassi sempre con te nella tua stanzuccia; ugualmente ricordo quando mettesti a  mia disposizione il tuo compagno fra Domenico affinché mi assistesse mentre io predicavo a Siena; ugualmente ricordo quando a Siena, alla Capriola venivi nella mia stanzetta e scherzando mi portavi via le pianelle ed io ti ostacolavo e poi mangiavamo insieme”

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SORRENTO

Venne per la prima volta a Sorrento nel 1454 quando guarì una bambina sorda, muta  e storpia.

La seconda volta rimase per circa un mese, nel 1474, a causa della sua cagionevole salute. Durante la sua omelia su S. Bernardino da Siena, avvennero due fatti: una donna presa dalle doglie del parto venne rassicurata da San Giacomo che avrebbe partorito due figli sanissimi e così avvenne. Ad un uomo che non credeva ai miracoli di San Bernardino di cui parlava San Giacomo, fu predetta una morte violenta e difatti fu ucciso non molto tempo dopo. Fu guarito anche un altro uomo muto e sordo.

 

SPOLETO

Nel 1468, mentre era in viaggio arrivò a Spoleto dove c’era una donna indemoniata da undici anni che se ne andava in giro nuda per i monti. La gente appena seppe che in città c’era San Giacomo, andò per i monti con cani, funi e lance, presero questa donna, la vestirono, la legarono e la portarono dal Santo. Questi gli fece il segno della croce in fronte invocando il nome di Gesù e questa cadde in terra come morta, poi si rialzò ed era libera. Al fatto erano presenti più di cento persone, la notizia si diffuse velocemente e nello stesso giorno gli furono portati molti malati.

 

TEANO

San Giacomo vi passò nel 1475 e vi compì alcuni miracoli. Un uomo di Sessa, venne da San Giacomo mentre predicava e gli raccomandò il figlio che i medici avevano dato ormai per spacciato. Anzi, si stavano preparando già i funerali. San Giacomo, gli diede un Nome di Gesù e quel ragazzo guarì all’istante e dopo tre anni si fece frate. Furono guariti anche un’altro moribondo e una donna sterile.

 

TERAMO

Nel 1449 la presenza di San Giacomo a Teramo suscitò il desiderio dei cittadini di avere una comunità di frati e venne richiesto un convento. San Giacomo si diede da fare per ampliare il vecchio monastero delle Benedettine con la chiesa annessa e fece dono alla città della stupenda statua lignea di Silvestro dell’Aquila, intitolando la chiesa alla Madonna delle Grazie.

 

 

 

TERNI

Sul finire del 1444 San Giacomo si soffermò a Terni, predicò nella chiesa di S. Francesco e anche in questa città propose alcune modifiche agli statuti comunali in favore soprattutto dei poveri e contro alcuni mali morali che creavano ripercussioni negative nella vita cittadina. Nella commissione per l’approvazione degli statuti, fece parte anche lo stesso S. Giacomo e vennero approvati rapidamente.

Una seconda volta San Giacomo venne in città nel 1455, dove si soffermò qualche giorno. Aveva sentito che la cittadinanza voleva costruire una chiesa in onore di San Bernardino da Siena e lui prese l’iniziativa e radunando il popolo andarono in processione sul luogo dove benedì la prima pietra. Sembra che si debba a lui anche la fondazione di una Confraternita posta sotto la protezione dello stesso Bernardino da Siena.

 

TODI

Nel 1444, mentre San Giacomo era sul lago Trasimeno insieme a S. Bernardino da Siena, a mezzanotte gli arrivò l’obbedienza del Papa per andare a predicare a Todi. In piena notte, si alzò, andò a salutare e chiedere ala benedizione a S. Bernardino e partì.

A Todi predicò la quaresima e ricorda Fra Venanzio che una mattina, durante la predica, si fissò e rimase in silenzio per lo spazio di tre paternostri e poi, riprendendo a predicare disse: “proprio ora è caduta una grande colonna”. In quel momento infatti, il 20 maggio, moriva a L’Aquila S. Bernardino da Siena il più grande predicatore del 1400 e suo maestro.

Racconta Fra Venanzio che San Giacomo, appena finita la predica, si ritirò nella sua stanza e pregando e ricordando tanti momenti passati insieme, e si mise a piangere, poi come per distrarsi dal dolore cominciò a mangiucchiare qualcosa, ma non riusciva a placarsi. Allora scese nella stalla, prese il cavallo e si diresse a L’Aquila.

Ritornò a Todi il 6 giungo, dopo il funerale di S. Bernardino a L’Aquila, e continuò la predicazione. Anche in questa città vennero approvate alcune sue riforme di legge per mantenere la pace, contro i bestemmiatori, per la riorganizzazione di una fiera di 3 giorni a Pentecoste e sulla processione del Corpus Domini. Per il grande afflusso di popolo non si poterono votare le proposizioni con il solito modo delle palline bianche o nere, lo stesso San Giacomo propose di votare per “genuflessione” e anche se sembra strano, come si legge negli atti consiliari, accettarono.

San Giacomo ricorda anche un miracolo di un uomo che tra Todi e Amelia scampò ad un’imboscata invocando il nome di Gesù dopo che aveva ascoltato la predica di San Giacomo a Perugia.

 

TRASIMENO

San Giacomo al sermone tenuto al funerale di S. Bernardino da Siena, ricorda alcuni momenti vissuti insieme a lui e a S. Giovanni da Capestrano sull’isola maggiore del lago di Trasimeno nel 1444. Passarono insieme due o tre giorni per pregare e riposarsi un pò. Dalla bocca di San Giacomo emerge l’affetto e la semplicità di questi due santi: “Ricordo quando tu (S. Bernardino), io (S. Giacomo) e un amico secolare andammo a pescare nel lago di Perugia e facemmo colazione insieme”. Durante questi giorni arrivò in piena notte a San Giacomo l’obbedienza del Papa di andare a predicare a Todi e immediatamente partì. “Ricordo come a mezzanotte, avuto l’ordine di andare a predicare a Todi, dalla mia stanza venni alla tua per chiedere la tua benedizione e me la desti volentieri e partii... gli occhi miei non ti videro mai più”. Con commozione San Giacomo ricorda questo momento come l’addio terreno al suo grande Padre e maestro, S. Bernardino che morirà 20 giorni dopo questi fatti ricordati.

In quest’isola fu compiuto anche un miracolo: un bambino di 4 anni, storpio, muto e sordo dalla nascita fu risanato nel nome di Gesù.

 

TRENTO

S. Giacomo predicò in questa città prima del 1470, forse nel 1466 e nel convento di S. Bernardino in questa città, si conserva come reliquia il cappuccio del santo.

 

TRIESTE

Nel 1432 San Giacomo predicò lungo la costa dell’attuale Croazia e Bosnia e tra le varie città anche a Trieste.

 

UDINE

Probabilmente predicò anche in questa città, perchè San Giacomo riporta un miracolo accaduto a Udine: Una donna, Sofia, paralizzata da quattro anni alle mai e ai piedi e costretta a letto, era anche muta, fu portata alla predica su un carro e gli fu posto sopra il nome di Gesù e fu liberata nelle mani e nei piedi, e cominciò a parlare.

 

VENEZIA

Una delle sue prime predicazioni la fece in questa città nel 1422, quando predicò in onore di S. Giovanni Evangelista.

San Giacomo vi ritorna nel 1440 e fu ospitato nel Palazzo Ducale avendo un’amicizia personale con il Doge Francesco Foscari. Oltre che dal Doge fu accolto trionfalmente anche dalla popolazione che accorreva alle sue prediche.

Ancora si reca a Venezia nel 1464, alla fine di giugno, per sollecitare il Doge Cristoforo Moro a preparare una flotta per raggiungere Ancona e unirsi alla flotta Pontificia e partire insieme al Papa per la crociata contro i turchi. Le sue richieste furono accolte e la flotta a metà agosto era ad Ancona. Fallita per la morte del Papa questa crociata, il Doge di Venezia Cristoforo Moro che era terziario Francescano chiese al nuovo Papa la presenza di San Giacomo nella sua città. Dal novembre del 1464, fino ai primi mesi del 1465, San Giacomo è di nuovo a Venezia dove durante la predicazione operò molti miracoli. Nel convento del beato Giobbe guarì una bambina sordomuta della zona di Canalregio. Guarì anche un signore, Bianco di Donato che soffriva di tremore alla testa ed era sordomuto e semiparalizzato, aveva circa tredici anni ed era un mezzo parente del Papa Eugenio IV, fu guarito col nome di Gesù. Guarì anche un bambino di cinque anni che aveva una piaga alla mano della contrada di Sant’Eustachio e una signora, Elena della contrada di S. Giovanni evangelista che aveva due piaghe alle spalle, era incurvata e anche indemoniata. Quattro uomini la tenevano a stento, portata nel convento di San Giobbe, fu sanata nel nome di Gesù.

 

LA VERNA

All’ombra di questo convento San Giacomo lasciò il lavoro di magistrato a Bibbiena e lui stesso ci dice che poco prima di iniziare il noviziato, proprio su questo monte S. Bernardino da Siena cucì con le sue mani un abito per S. Giacomo della Marca.

 

VICENZA

In questa città San Giacomo sarà stato a predicare in qualche occasione, perchè lui stesso ricorda alcuni miracoli ottenuti invocando il Nome di Gesù mentre era a Vicenza: una donna di Maziorol, nel contado di Vicenza soffrì per due giorni e due notti le doglie del parto con una fortissima febbre e il marito paralizzato venne sopra un cavallo. Ricevuto il nome di Gesù, tornò a casa a piedi guarito e quando mise il nome di Gesù sopra la moglie questa partorì il bambino e fu guarita dalla febbre. Altri due miracoli furono compiuti nel convento di San Biagio a Vicenza, un uomo con le cataratte agli occhi e un bambino che aveva una fistola nel petto e una alla gamba.

 

VITERBO

Si ha memoria della predicazione di San Giacomo della Marca nel 1451, durante questa, propose al Comune l’abrogazione di alcuni articoli dei vecchi  Statuti del 1251 che erano ancora in vigore ma non ritenuti dal santo conformi alle leggi Divine e al bene comune della città.

 

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